Intervistato da Sky Tg24, Giancarlo Abete ha parlato a 360 gradi del calcio nostrano, rispondendo anche alle critiche che ieri Andrea Agnelli aveva mosso da Zurigo dove ha incontrato anche Sepp Blatter. Il presidente della Figc in merito al fatto che il calcio italiano fatica a stare al passo con le altre realtà europee ha ammesso che “c’è un problema complessivo del sistema Paese, che ha delle difficoltà economiche maggiori rispetto ad altri e questo incide sulla competitività dei nostri imprenditori”.
Poi Abete ha asserito che “servirebbe una Lega piu’ unita per attuare le riforme”, a partire da quella dei campionato:
Non la panacea, ma in grado di favorire la competitività internazionale dei nostri club qualora le squadre di A scendessero da venti a diciotto.
Secondo Abete la pecca maggiore per i club italiani “è la valorizzazione dei vivai giovanili, su cui si dovrebbe investire di più”. Poi sulla norma legata alla discriminazione territoriale negli stadi definita dal presidente della Juve “cervellotica”:
Alcuni dicono che il Consiglio federale abbia troppo ammorbidito le norme, altri che invece sono ancora troppo severe. Siamo un po’ piu’ attenti a problemi dei club, per cui è da colpire il soggetto e non l’intero stadio. La discriminazione territoriale è presente dal 1990, non è stata inventata ieri, e i principi di Uefa e Fifa sono allineati a quelli della federazione: va isolato chi comporta un danno per le società che dicono di tifare, con cori che hanno una volontà di sfida, intervenendo in ambiti diversi dalla partita. Sì a ironia, sfottò e faziosità ma nei limiti compatibili con il rispetto delle regole.
Abete è stato interpellato anche sulle recenti polemiche che hanno riguardato Mario Balotelli, il quale sta vivendo un momento non particolarmente positivo:
Soprattutto per lui, i livelli di privacy sono piuttosto bassi. Ha necessità di restare sereno, ha 23 anni, à estroverso in campo, con lampi di classe eccezionale, e anche fuori. E non ha necessità di alcun tutor in Nazionale, dove ha sempre fatto bene.
Infine, sul dopo Prandelli, intenzionato a dare l’addio alla Nazionale dopo i Mondiali in Brasile:
Sono tanti gli allenatori che mi piacciono, ma più di tutti Prandelli. Fin quando non ci sarà l’ufficializzazione di un rapporto che non va avanti, non si parlerà di nessun altro. E nessuno sarà contattato nemmeno per interposta persona. Speriamo che il ct resti anche dopo Brasile 2014.
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